Rassegna Video di Tiziana Pers

Rassegna Video di Tiziana Pers

Nei due giorni di festival saranno proiettati sei video dell’artista Tiziana Pers nel teatro che ospita le conferenze.

slide show I see you (Sabato 11 giugno ore 11.50)

‘Tiziana Pers nell’ambito della mostra Marinella Senatore. Costruire Comunità, allestita nella Manica Lunga del Castello di Rivoli, il 19 dicembre 2013 ha effettuato una performance intitolata I see you nello spazio Movie SetDipinto I see you Tiziana Pers MujaVeg Festival

Durante l’azione performativa, la Pers, una forte e statuaria artista friulana, accompagnata da un gruppo di bambini, si collega via skype con Cometa, un’asinella salvata da un commerciante che stava per mandarla al macello. I bambini sono invitati a dialogare con l’asina, leggendo delle frasi, selezionate dall’artista e stampate su fogli sparsi a terra, oppure a parlare direttamente con Cometa che, in un luogo protetto sulle colline friulane, segue con interesse quello che succede sullo schermo mentre mangia una carota.

L’empatia tra i cuccioli di umano e l’animale non umano è scattata immediatamente. Tiziana ha spiegato loro che Cometa è stata salvata dal macello e che, grazie a loro che in quel momento si trovano lì, continuerà a vivere. Non a caso, pur sapendo che Cometa è stata salvata grazie alle generose donazioni e al lavoro degli attivisti, Tiziana ha detto loro: “Cometa è viva grazie a voi”, estendendo ai bambini il concetto di partecipazione e di azione individuale.

Alcuni bambini hanno pianto, alcuni hanno raccontato delle storie, altri hanno ascoltato, ma non c’è stato nessuno che non abbia partecipato, provando, se ce ne fosse bisogno, che in un certo momento della vita di un futuro uomo o di una futura donna, in un veloce, transitorio momento, c’è la possibilità di ‘porre ascolto‘ all’altro animale, quello non umano.

Nella sua pratica artistica, Tiziana applica la formula del baratto a un animale destinato alla macellazione che verrà scambiato con un’opera. La sua arte si fa moneta di scambio, ma il prezzo dell’opera non viene quantificato in una somma di denaro, bensì con una vera vita. In apparenza si tratta di un’operazione piuttosto semplice, che sottrae l’animale e l’opera agli usuali meccanismi del mondo dell’arte e dell’allevamento rispettivamente mentre, al tempo stesso, si interroga contemporaneamente sul valore dell’arte, e su quello della vita. Il senso profondo di questa operazione è però oltre, in ciò che rimane, nel risultato: l’animale, quell’animale, è vivo.

È un processo non scevro da molti dubbi e quesiti e per molti versi provocatorio, ma sembra davvero uno dei primi tentativi concreti di far incontrare l’arte e il mondo animale su un livello nuovo, timidamente permeato di antispecismo, in un’era, la nostra, che può essere considerata come la preistoria dei diritti animali.

Oltre alla vita dell’animale, al momento effimero della performance, seguono dipinti nei quali l’artista focalizza il suo sguardo sullo sguardo animale, secondo due modalità. In primis, Tiziana esplora anatomicamente le pupille animali che contengono lo sguardo, facendo emergere la soggettività degli esseri che ritrae: gli occhi vitrei dei conigli da laboratorio sono differenti da quelli guizzanti del suo amato cavallo Tor. In secondo luogo, Tiziana dipinge lo sguardo facendosi lei stessa animale e ritraendo l’altro da sé fuori dagli stereotipi che per secoli hanno caratterizzato la rappresentazione animale.

Gli animali di Tiziana sono liberi da gabbie fisiche ma, soprattutto, dalle gabbie invisibili che la nostra immaginazione ha costruito loro attorno.’

Valentina Sonzogni, da ‘Esercizi di Ospitalità’, pubblicato su Gallinae in Fabula

At the End of the Mirror (Sabato 11 giugno ore 13.50)

Il protagonista del video è un coniglio bianco. Si tratta di un animale che avevo salvato dalla macellazione diversi anni fa, e che mi è stato poi rubato mentre mi trovavo al settimo mese di gravidanza. Per me e per i miei familiari era parte integrante della famiglia, ed abbiamo vissuta una dolorosa perdita.At the End of the Mirror - Tiziana Pers MujaVeg Festival

Degli spezzoni di video ritraggono il coniglio inserito nel suo sereno ambiente domestico, dal quale è stato sottratto, alternate a brevi flash di asettici laboratori di vivisezione, per concludersi con delle riprese di un gruppo di attivisti dell’Animal Liberation Front mentre salvano dei conigli dagli stabulari della vivisezione.

Il coniglio bianco diventa il filo conduttore di una duplice visione, dove sogno e incubo si sovrappongono, mentre noi seguiamo il White Rabbit di Alice in Wonderland. Il mio vissuto personale viene raccontato durante il video, alternato alla lettura di brani tratti dai due capolavori di Lewis Carroll.

Il richiamo all’immaginario tagliente di Carroll (uno dei precursori della lotta alla vivisezione) si apre quindi attraverso l’ingresso nella tana del coniglio di Alice in Wonderland e prosegue ‘attraverso lo specchio’, come in Through the Looking-Glass and What Alice Found There, per non richiudersi se non in una visione dove la realtà viene percepita attraverso il suo simmetrico.

Pandora 2 : The First Supper  (Sabato 11 giugno ore 17.50)

In Pandora_2 ho salvato due cavalli dalla macellazione, per poi condividere fisicamente un pasto al quale essi e il pubblico insieme hanno preso parte. In prossimità di essere rappresentati come cibo, ritenuti oggetti, gli animali si trasformano in altro, diventano essi stessi  commensali, simili nel dolore, pur serbando il proprio essere diversi, mediante un rituale di riconoscimento. Tiziana Pers, PANDORA_2 The First Supper 33 THE CROSS MujaVeg Festival

Le voci che si sono contrapposte leggendo il Cantico delle Creature appartengono ad alcuni dei ragazzi che frequentano un centro di pet therapy, che ha adottato in seguito uno dei due cavalli. 

Nella performance vi è un volontario riferimento al Teatro delle Orge e dei Misteri di Hermann Nitsch, che si attua però per assoluta contrapposizione. La catarsi qui si compie senza vittime, ma scaturisce al contrario nell’atto salvifico della condivisione empatica. L’azione in sé costituisce il momento iniziatico, che rompe il confine tra arte e pubblico, suscitando la necessità di un quesito etico.

Rebirth (Domenica 12 giugno ore 16.50)

Il video si apre e si chiude con l’immagine dell’acqua, luogo dal quale tutto ha origine: le prime forme di vita, e noi stessi, all’interno dell’utero.Rebirth 2 Tiziana Pers MujaVeg Festival

Le immagini ritraggono un’azione che era stata realizzata dall’artista nel più antico negozio di pesci tropicali di Londra, claustrofobico, ridondante di acquari, piante e una moltitutine di piccoli animali provenienti da tutto il mondo. Situato accanto vicino a Victoria Station, si trovava di fronte a dove visse Joseph Conrad, autore di Heart of Darkness.

I temi del colonialismo contemporaneo e dello specismo si sovrappongono, l’atmosfera claustrofobica riconduce ad una prigionia forzata. L’artista, intrappolata in un lungo tessuto che la blocca e le conferisce l’aspetto di una strana creatura ibrida, si riferisce ad una piccola salamandra, l’axolotl. Animale dalle caratteristiche uniche, in condizioni normali vive sott’acqua come un pesce, e contrariamente a tutti gli altri anfibi (che nascono in acqua ma poi per crescere e riprodursi sono costretti a trasformarsi e a respirare con i polmoni) è in grado di trascorrere la sua intera vita in questo stato di “larva d’anfibio”, respirando con le branchie, perfino riproducendosi, come un pesce, senza dover diventare mai adulto.  La trasformazione pertanto può anche non avvenire mai.

Ma se le circostanze lo inducono l’Axolotl in qualunque momento può attuare la metamorfosi: perde le branchie, la pelle muta consistenza, la coda cambia aspetto, diventa un animale terrestre, ma non è più in grado di attuare il procedimento inverso. La trasformazione è irreversibile.

L’unicità di questo animale è data anche dalla sua capacità di rigenerare completamente parti del corpo amputate, come gli arti. 

Venerato come divinità dagli Aztechi, è tuttora oggetto di numerose ricerche scientifiche.

Gli elementi acqua e aria si alternano lungo tutto il video, mentre la vita nel negozio procede indifferente.

In your tiny eyes (Domenica 12 giugno ore 17.50)

Il progetto, In your tiny Eyes, realizzato in collaborazione con Animalisti FVG, è un video composto da due disegni che si alternano dissolvendosi lentamente i l’uno nell’altro.in your tiny eyes Tiziana Pers MujaVeg Festival

Il primo disegno ritrae l’occhio spalancato di un bambino, nel cui riflesso vediamo le sbarre della gabbia. Attraverso le sbarre lo sguardo di un merlo s’incontra con quello del bimbo e, di riflesso, si rivolge a noi.

Il secondo disegno ritrae invece l’occhio di un merlo, nel cui riverbero leggiamo le sbarre della gabbia. Attraverso le medesime sbarre lo sguardo del bambino s’incrocia con quello del merlo, e, quindi, con il nostro.

Noi spettatori siamo, di volta in volta, merlo e bambino. Ciò che rimane fisso sono solo le sbarre.

Spesso nei meccanismi sociali i dettagli rischiano di venire relegati in secondo piano, diventando gli aspetti più trascurati. Eppure in tanti casi è nel piccolo che vanno cercate le chiavi di lettura dei cortocircuiti della nostra quotidianità. Per riconoscere le radici della violenza alcune volte è sufficiente soffermarci su quanto sta di fronte a noi, su ciò che rientra nella reiterazione dei gesti e delle abitudini.

L’idea di ingrandire a dismisura un dettaglio, conferendo monumentalità all’intimo gesto del disegno, si prospetta come una finestra e una lente su degli occhi che sovente non riconosciamo nella loro pienezza, ma che identifichiamo frettolosamente nella patina dei luoghi comuni: l’uccellino sta nella gabbia, il bambino si porta a vedere l’uccellino. 

Ma se li mettiamo a fuoco, se sfaldiamo i trascorsi incancreniti della consuetudine, siamo in grado poi di reggere il peso di quel duplice sguardo che si rivolge direttamente a ciascuno di noi?

Lo sguardo per eccellenza rappresenta la prima forma di comunicazione non verbale, di comprensione dell’altro prima delle parole.

Ma quello del bambino e dell’uccellino, ingrandito e messo a fuoco, è il dialogo impossibile tra due innocenti, poiché mediato dalla violenza di una gabbia.

Elephant Song  (Domenica 12 giugno ore 19.50)

E’ un video ambientato nel Museo di Storia Naturale di Trieste, tra le opere dell’artista allestite per la mostra personale Elephant Song (marzo-aprile 2016). Tiziana Pers Elepant Song MujaVeg Festival

La poesia che accompagna il video è di Natalia Molebatsi, una delle maggiori voci della poesia del post-apartheid in Sudafrica. 

La musica Sento le maree è di Sasha Vinci e Vincent Migliorisi, artisti scliclitani che componendo hanno ripreso i dipinti, e al contempo hanno lavorato a partire dal loro mare, che fisicamente divide la Sicilia dall’Africa degli elefanti, e rimane teatro di immani tragedie umane.

Elephant Song affronta il rischio estinzione degli elefanti africani, prevista entro il 2015 se il bracconaggio continuerà con i ritmi attuali, e apre una serie di prospettive sulle connessioni tra colonialismo, razzismo, specismo e ogni forma di discriminazione basata sulla forza interpretata come diritto, e sulla violenza come risultato.

Il bracconaggio (delle zanne d’avorio ma anche di altri animali esotici e rari) finanzia il terrorismo internazionale, cosicché la morte di un animale ritorna come morte di un essere umano. Si sa per certo ad esempio che gli attentati in Kenia sono stati finanziati dall’avorio.

In mostra c’erano anche dipinti di altri animali a rischio estinzione, ma ciascun quadro non è immaginato come rappresentativo di una specie, bensì come ritratto del singolo soggetto.

Tutto è partito da due domande che l’artista si è posta: ‘gli animali che io ho incontrato in un lungo viaggio nel Serengeti sono oggi ancora vivi, o sono stati uccisi? 

E poi: mio figlio dovrà davvero vivere in un mondo senza elefanti?’

Questo è stato il punto di partenza di una serie di ulteriori quesiti, che riguardano non solo i rapporti tra uomo e animale, ma anche più in generale i rapporti di dominio. E il futuro di molte specie, inclusa la nostra.

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